Circular Economy
Il cemento è un pilastro fondamentale della civiltà e, pur essendo responsabile di circa l’8% delle emissioni globali, ha una risposta relativamente semplice al problema delle emissioni “hard to abate”. Questo perché con il tempo il cemento riassorbe la CO2 emessa durante la produzione. Inoltre, se la produzione viene ultimata utilizzando calore proveniente da fonti prive di carbonio e si utilizza una tecnologia di cattura diretta dell’aria per intercettare le emissioni risultanti, la produzione di cemento diventa carbon negative! La riduzione dell’intensità di carbonio nell’industria delle costruzioni è una sfida, ma può essere combinata con altre iniziative per promuovere la circolarità. Ecco allora il progetto pionieristico “BuildZero” dell’Università di Sheffield, con sede nel Regno Unito, del valore di 6 milioni di sterline. Annunciato a marzo, questo progetto mira a rivoluzionare il settore edilizio del Regno Unito verso un modello di economia circolare, puntando a zero estrazioni di nuovi materiali, zero emissioni e zero rifiuti. Adottando un approccio sistemico, BuildZero esplorerà le pratiche edilizie sostenibili, concentrandosi sul riutilizzo e l’adeguamento degli edifici esistenti per estenderne la durata di vita, minimizzando così la necessità di nuovi materiali e riducendo i rifiuti e le emissioni. La ricerca dell’università, che abbraccia discipline come l’architettura, l’ingegneria strutturale, la scienza dei materiali e le scienze sociali, mira a sviluppare strumenti interattivi, strategie e progetti dimostrativi per realizzare un’economia.1
Environmental Impact
A marzo, l’amministrazione Biden si è impegnata a stanziare oltre 6 miliardi di dollari per dare il via alla decarbonizzazione in settori “difficili da decarbonizzare” come il cemento, l’acciaio e i prodotti chimici. Il finanziamento ha anche il potenziale per attrarre altri 14 miliardi di dollari di investimenti privati. L’industria pesante, che rappresenta un terzo delle emissioni degli Stati Uniti, ha ora una spinta maggiore verso il Net Zero, sfidando l’attuale dominio della Cina nell’innovazione tecnologica pulita. Nell’ambito di questa iniziativa di finanziamento, un totale di 33 progetti sono stati selezionati per stipulare accordi di cooperazione con l’Office of Clean Energy Demonstrations del Dipartimento dell’Energia. Questi accordi coprono una serie di fasi che vanno dalla progettazione e sviluppo ingegneristico alle autorizzazioni e alla costruzione, con una tempistica che va dai tre ai sette anni. Uno dei punti salienti riguarda il settore chimico e della raffinazione, con 7 progetti che mirano a trasformare la “carbon intensity” in un vantaggio, a promuovere la circolarità e a garantire catene di approvvigionamento per carburanti puliti e componenti essenziali per i veicoli elettrici. Questi progetti si concentrano sull’upcycling del carbonio catturato, sulla generazione di carburanti e materiali di alta qualità da prodotti riciclati e sulla sostituzione di processi alimentati da fonti fossili con altri più puliti.2